La tetta della monaca o tetta di Venere è un dolce tipicamente pugliese originario della città di Altamura. Si tratta di un dolce dall’aspetto soffice e il cuore di crema chantilly. La leggenda narra che il nome “tetta della monaca” derivi da un errore fatto da una monaca mentre stava preparando un pan di Spagna e un passante, nel notarle, le chiamò in dialetto “le minne de le suor”. Un altro racconto invece parla di questo dolce creato da una suora di clausura in occasione delle Nozze di Lucrezia di Borgia e il Conte di Conversano. A tal proposito, esistono diversi appellativi per le tette della monaca: Tette di Venere, Sospiri senza glassa, Tre monti (tipiche di Guadiagrole, Chieti) o sise. Noi sappiamo che nascono ad Altamura e, fino a poco tempo fa , esisteva un presidio di suore depositarie dell’antica ricetta delle “tette delle monache “ Preparato all’interno del Onasteri di Santa Chiara. Qui ogni suora svolgeva un ruolo ben preciso nei processi di produzione sulla base di una specifica “dispensa Del vescovo”. Per intenderci, c’erano le suore dedite alla preparazione dell’impasto ,quelle che si occupavano della crema e della confezione . Oggi però la produzione delle “tette delle monache “ è stata delegata a Francesco Paolo Fiore, presidente dell’Albo Cuochi Materana, seguendo sempre la Ricetta originaria . Voci di leggenda e di corridoio dicono anche che le tette di Venere o delle monache erano tanto amate da Garibaldi, dal l’imperatore Federico ll e sicuramente da chiunque le assaggi … anche nel nostro angolo di pasticceria di Caspita !!
Rita Barivelo 08/10/2024